Autentico piccolo gioiello del romanico montano, si trova a poca distanza e maggiore quota rispetto al Santuario della Beata Vergine della Consolazione di Montovolo.
Costruito interamente in perfetto opus quadratum, esempio della perizia di scalpellini di probabile provenienza toscana, mostra nella facciata d’ingresso un portale che fu evidentemente preso a modello per il rifacimento, nell’ottocento, di quello della chiesa maggiore.
Ma è all’interno che questo gioiello rivela tutta la sua preziosità.
Interamente ricoperto da un ciclo di affreschi che Rosalba D’Amico dopo attento studio ha definito attribuibili ad un personaggio dotato di buona scuola pittorica, verosimilmente di area toscana, e ben informato dei modelli iconografici di varie provenienze.
Nella campata del presbiterio sono raffigurate scene della vita della santa, come tramandate dalla leggenda: dalla conversione al martirio; mentre nella campata verso la porta il tema è quello dei Novissimi cioè gli eventi degli ultimi tempi: il giudizio universale con la resurrezione dei morti, l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.
Nei medaglioni della volta a crocera, infine, sono raffigurati i padri della Chiesa: Girolamo, Gregorio Magno, Ambrogio e Agostino; la presenza qui di tali figure può essere collegata al fatto che Caterina, per via della disputa coi filosofi e del successivo martirio, è considerata la protettrice della Teologia.
I fatti della vita della Santa sono presentati nella campata absidale, partendo dalla parete sinistra che raffigura in alto la disputa vittoriosa coi cinquanta filosofi mandati dall’imperatore Massenzio e in basso il martirio della ruota, con l’anima che esce dal corpo per salire al cielo.
Nella zona presbiteriale è pure collocato un piccolo sarcofago in pietra, impreziosito da incisioni di croci, palmette e altri simboli, che la tradizione vuole sia quello in cui furono conservate le spoglie di Sant’Acazio.
L’edicola della Croce
Uscendo dall’Oratorio e procedendo verso il balzo di S. Caterina, che si apre su un panorama suggestivo della Valle del Reno, si incontra una piccola costruzione la cui edificazione è dovuta all’apparizione della Croce testimoniata dalle cronache nel 1399. L’edicola fu ricostruita a metà ‘800, in quanto quella originale era pressochè interamente distrutta; l’abile scalpellino locale Amadio Chinni, cui si deve l’esecuzione del lavoro, riprese saggiamente le linee del romanico che caratterizzano il vicino oratorio.
Grizzana Morandi (Bo)