Arte e Natura convivono a Palazzo dei Musei. La Pinacoteca racconta l’evolversi dell’arte in Valsesia dal Quattro al Novecento e ospita la raccolta di maioliche italiane Francesco Franchi e la collezione Remogna.
Il Museo di Storia Naturale Calderini, vera e propria Wunderkammer valsesiana, conserva collezioni Naturalistiche, Archeologiche e Demoetnoantropologiche.
È un viaggio alla scoperta della Terra, dai minerali alle rocce fino alle testimonianze della vita nel passato, i fossili, per continuare in un percorso evoluzionistico che tocca il regno animale. Il Museo fa parte della rete MUVV – Musei di Vercelli e Varallo.
Di particolare rilievo, nella collezione, sono le statue lignee realizzate tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Deve innanzi tutto essere menzionato il gruppo di otto statue a grandezza naturale che formano un Compianto sul Cristo morto scolpite dalla bottega milanese dei fratelli De Donati: esso proviene dal Sacro Monte, verosimilmente dall’antica cappella della Deposizione (cosa che giustifica il nome di Pietra dell’Unzione con il quale il gruppo è conosciuto).
Sempre tra le testimonianze della scultura lignea valsesiana del Quattrocento troviamo inoltre una bella testa lignea (probabile frammento di una delle primitive statue del Sacro Monte) e un imponente Crocifisso, scoperto da Giovanni Testori nel cimitero di Campertogno e da lui attribuito al giovane Gaudenzio Ferrari (attribuzione oggi generalmente negata).
Una scultura lignea più tarda (anni sessanta del XVI secolo), proveniente dal Sacro Monte, è il Cristo flagellato, forse riferibile a Giovanni Battista da Corbetta.
Tra le principali opere del XV secolo va ricordato il polittico Scarognino, oggi attribuito al cosiddetto Maestro di Crea, che testimonia la precoce attenzione dell’aristocrazia di Varallo verso la bottega casalese di Martino Spanzotti.
Sempre del Quattrocento sono gli interessanti affreschi staccati, provenienti edifici di culto locali che hanno trovato ricovero nella pinacoteca.
Tra di essi una Assunzione della Vergine ed un Gruppo di Angeli musicanti provenienti da una cappella del Sacro Monte, attribuiti dubitativamente alla bottega di Stefano Scotto, artista ritenuto maestro di Gaudenzio Ferrari, e nei quali alcuni studiosi ritengono di individuare particolari che testimonierebbero l’esordio varallese di Gaudenzio Ferrari.
Altri affreschi staccati, della seconda metà del XV secolo, provenienti dalla Chiesa di San Marco in Varallo, sono attribuiti a Giovanni de Campo e bottega (Martirio di San Pietro da Verona), ed a Daniele De Bosis e bottega (Storie della Vita di San Marco).
La collezione di dipinti di Tanzio da Varallo presenti nella pinacoteca, non ha riscontro in altre istituzioni museali. Si ammirano i due celebri Davide e Golia, capolavori dell’artista di Alagna; ma anche le tele raffiguranti San Rocco (un esempio degli alti livelli artistici ai quali può giungere un “ex voto”) proveniente dalla parrocchiale di Camasco, Sant’Antonio da Padova, La Madonna col Bambino ed i santi Carlo e Francesco.
Del fratello di Tanzio, Giovanni d’Enrico, protagonista di primo piano nella realizzazione delle statue del Sacro Monte, troviamo due gruppi di terrecotte raffiguranti rispettivamente la Flagellazione ed il Compianto sul Cristo morto.
Notevole è la collezione di opere di altri artisti che, in tempi diversi, hanno lavorato a quel centro di attrazione artistica che fu il cantiere del Sacro Monte: troviamo dipinti di Bernardino Lanino (Pentecoste), di Melchiorre d’Enrico (Angeli in adorazione), di Giulio Cesare Luini, di Pier Francesco Gianoli, di Antonio Orgiazzi e di altri.
Una parte importante della Pinacoteca è costituita dalla collezione di disegni e bozzetti (provenienti per lo più dalla famiglia dei pittori Avondo) che va dal XVI al XX secolo ed è rappresentata da artisti di primo piano quali Gaudenzio Ferrari, Tanzio da Varallo, il Cerano, il Morazzone, ed altri.
Palazzo dei Musei Pinacoteca di Varallo e Museo Calderini
Via Calderini 25
13019 Varallo (Vercelli)